Si tratta dell’ultima tendenza diffusa in fatto di sinistri auto fraudolenti: l’utilizzo ormai quasi sistematico di tre veicoli per imbastire un sinistro fraudolento. L’auto garantita urta un veicolo che per effetto stesso dell’urto va a collidere una seconda vettura di controparte che circolava nel senso opposto, oppure tamponamenti a catena di vecchio stampo nei pressi di un incrocio o un semaforo.
Se l’obiettivo di questa prassi quasi consolidata tra le organizzazioni della frode è evidente e cioè massimizzare il profitto di un sinistro, più subdoli sono i metodi e le motivazioni alla base di questa nuova strategia. Le auto danneggiate presentano sempre danni di lieve entità e quindi i risarcimenti sono cosiddetti “sotto soglia” (intorno ai 1000 euro), cosa che permette di ricevere più velocemente e facilmente i risarcimenti visto che le compagnie tendono a non attivare accertamenti e controlli su sinistri con basse pretese di risarcimento.
Il fatto è che solo all’apparenza questi sinistri si presentano poco “dispendiosi”. Infatti intervengono sempre più studi legali insieme (con moltiplicazione delle parcelle). Talvolta, soprattutto quando la seconda controparte coinvolta è un motociclo, si denuncia anche qualche leggera lesione che va a “arrotondare” il risarcimento.
Infine pesa molto la frequenza dei sinistri, essendo il fenomeno molto diffuso e vista la difficoltà della compagnia a contravvenire a iniziative del genere, il danno è notevole.
Ultima chicca, qualche volta il veicolo garantito ha targa straniera e conducente residente all’estero, cosa che permette di garantire l’assoluta irreperibilità del veicolo garantito (per eventuali riscontri della compatibilità dei danni) sia l’escussione del conducente assicurato.